Quando si domanda ad Antonio Cannata, noto
al pubblico ed alla critica specializzata per la sua
pluriennale attività,quale sia la tela migliore che
abbia prodotto, non esita a rispondere quella che
deve essere ancora ideata.
Con tale battuta l'artista intende sottolineare
come non sia mai pago di sè, ma sempre teso
ad ulteriori ed approfondite evoluzioni artistiche. Il
disegno, graffiante ed incisivo, rivela subito
all'osservatore la perizia con cui lo padroneggia.
La sua arte che va dritta al cuore e che esplica
attraverso le suggestioni della fantasia. Prendendo
spunto sovente dal mondo della poesia classica,
raggiunge vette sublimi. Nell'Odissea, ad
esempio, Ulisse, legato ad un immaginifico albero
maestro esprime la forza e la meraviglia dell'eroe
ammaliato dalle sirene, le cui fascinazioni, oltre al
canto,s'identificano anche nei corpi sinuosi e
sensuali. Analogo discorso vale per il risveglio
della ninfa dove la dea, sita in un'atmosfera
surreale di pappagalli, fiori e natura
lussureggiante, emerge da una sorta di valva,
vagamente botticelliana, in tutta la sua sfavillante
quanto delicata bellezza. Essa simboleggia il
pathos di Antonio Cannata che, in un empito di
generosa solidarità, sà trasmettere messaggi di
speranza all'umanità violenta ed offesa.
Gianfranco D'Angelo |
Evento immaginifico, olio su masonite, cm. 110x90 |